E' in terra d'Oriente che il caffè diviene comune a tutti i livelli sociali. Già in alcune leggende arabe si narra di questa misteriosa bevanda, nera ed amara, con conosciute virtù eccitanti ma, tra dubbi ed incertezze, è solo da tre secoli che la sua storia raggiunge l'Occidente.
La zona di provenienza della pianta del caffè è stata individuata nella regione di Kaffa sugli altopiani dell’Abissinia (odierna Etiopia) dove Kaldi, un pastore del VI secolo, lasciava le sue pecore libere di pascolare alla ricerca di cespugli ed erbe. Una notte le pecore però non rientrarono all’ovile e furono ritrovate dal pastore il mattino successivo vicino a dei cespugli dalle bacche rosse, particolarmente vivaci e sveglie. Kaldi decise di raccogliere alcune bacche e portarle ad un vicino monastero dove i Monaci spaventati decisero di buttarle nel fuoco. L’aroma che si sprigionò convinse i religiosi a raccogliere i frutti e preparare un infuso rinvigorente che li aiutò a stare svegli durante le lunghe veglie di preghiera.
Tra il XII e il XIV secolo il caffè inizia a diffondersi nello Yemen grazie alle invasioni etiopi della zona e nella penisola araba attraverso le coste del Mar Rosso fino ad arrivare nella prima metà del 1500 ad Instambul dove vennero alla luce le prime “Case del Caffè” (Kahwe Khaneh) e il caffè prende il nome di “Vino dell’Islam” essendo un valido sostituto agli alcolici vietati dal Corano. Il 1690 segna la fine del monopolio arabo della produzione del caffè e l'affacciarsi di una nuova realtà, quella olandese.
Per merito di Baba Budan che durante un pellegrinaggio verso la Mecca, introduce la bevanda a Misore, colonia olandese in India. Da lì il passo è breve. Gli yemeniti perdono il loro commercio esclusivo e il privilegio della coltivazione è condiviso con gli Olandesi i quali guidati da Nikolas Witten sbarcano sulle coste di Moka, nello Yemen, si impadroniscono di una pianta della pregiata bevanda. E così i possedimenti olandesi delle Indie e le serre dell'orto botamico di Amsterdam danno casa ad una delle piante più amate.
Siamo nel 1700 quando il Mar Mediterraneo traccia la rotta che porta il caffè in Europa.
Dall'oriente, la preziosa bevanda sbarca a Venezia, Napoli, Amsterdam, Amburgo e Londra.
Nel 1723 la pianta parte alla conquista dell'America Centrale e Meridionale.
Il vero paradiso del caffè resta, ancora oggi, il Brasile, attuale primo produttore mondiale.
Il merito lo si deve al brillante luogotenente brasiliano Francisco de Mello Palheta, il quale assaggia , durante un pranzo organizzato dal governatore della Caienna, liquori e caffè. Rimanendone colpito il brasiliano non esita a chiedergli qualche pianticella di caffè da seminare nel suo giardino ricevendo dal governatore un cordiale ma deciso rifiuto. Dopo il pranzo, l'intrigante luogotenente si intrattiene con la moglie del Governatore, in dolce e galante confidenza. Passeggiando davanti ad una pianta di caffè, la nobile dama , ormai soggiogata dalle attenzioni del brasiliano raccoglie alcuni frutti rossi della pianta e li pone nelle tasche dell'ufficiale aggiungendo: " Prendeteli, mio marito ha l'ordine di non darne ma io sono libera di offrire alcuni grani a chi voglio".
NEL FRATTEMPO IN ITALIA...
Nella seconda metà del XVI secolo, introducono i mitici grani nei maggiori porti del Vecchio Continente. Venezia, vero emporio dell'Oriente, per prima dà ospitalità ne 1570 al caffè, introdotto contemporaneamente al tabacco. L'apertura della prima bottega del caffè avviene nel 1683, sotto le arcate delle Procuratie in piazza San Marco. Presto i campielli sono invasi da altre botteghe e le autorità veneziane tentano di porre un freno al nuovo fenomeno. Anche alcuni esponenti della Chiesa osteggiano l'introduzione, invitando inutilmente Papa Clemente VII ad interdire quella che definiscono " la bevanda del diavolo ". La storia vuole che il Papa, dopo aver assaggiato una tazza di caffè, esclami " Questa bevanda è cosi' deliziosa che sarebbe un peccato lasciarla bere ai soli miscredenti. Sconfiggiamo Satana impartendole la benedizione per farne una bevanda veramente cristiana!"
Nell'atmosfera del dolce far niente, il caffè accompagna discussioni più o meno nobili, divenendo espressione dell'arte e del costume della futura Italia.
Il grande scrittore veneziano Carlo Goldoni nel 1750 scrive " La bottega del caffè" e Pietro Verri, fondatore nel 1764 della rivista settimanale di tendenza filosofica-letteraria intitolata non a caso " Il caffè".
L'opera di Goldoni si svolge in una delle prime "caffetterie" italiane : IL CAFFE' FLORIAN DI VENEZIA.
Tra i più importanti sia dal punto di vista storico che artistico si ricordano: Caffè Torino, Mulassano, San Carlo a Torino; Pedrocchi a Padova e Caffè Greco a Roma. Qui si sentono oratori e politici scontenti che parlano contro gli affari dello Stato, gente di lettere che critica aspramente i colleghi, giornalisti che diffondono le novità.
Comments